La Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE) rappresenta la principale causa di grave perdita della vista nella popolazione occidentale di età superiore ai 65 anni. Costituisce una patologia cronica a carattere degenerativo, progressiva e con tendenza a diventare bilaterale. Interessa la macula, ossia la regione centrale della retina deputata alla visione distinta.
In Italia si calcola che sia affetto da DMLE circa un milione di persone, delle quali 200-300 mila affette dalla forma avanzata neovascolare o da quella atrofica. Si desume quindi come la DMLE rappresenti una malattia di grande rilevanza socio-sanitaria. Se per la degenerazione maculare atrofica non esistono cure adeguate, notevoli progressi sono stati compiuti negli ultimi anni nella cura della forma neovascolare e la ricerca è sempre più impegnata a svelarne la natura multifattoriale.
La Macula
L’occhio viene classicamente paragonato ad una macchina fotografica. Perché si realizzi il meccanismo della visione è fondamentale che la luce, proveniente dal mondo esterno, arrivi sulla cornea, l’ “obiettivo” dell’occhio. La sua intensità viene modulata da un diaframma (l’iride) che funziona come il diaframma della macchina fotografica.
Le immagini vengono messe a fuoco grazie ad una lente intraoculare, il cristallino. Poi la retina, una sorta di pellicola fotografica, trasforma queste immagini in segnali elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati al cervello, ove vengono rielaborati.
Situata al centro della retina si trova la macula: piccola come la capocchia di uno spillo, è costituita da cellule sensibili alla luce chiamate coni (più numerosi) e bastoncelli. La macula è fondamentale per la visione da vicino poiché i coni consentono la visione diurna e precisa e la differenziazione dei colori.
Al centro della macula vi è la fovea, fatta di soli coni e responsabile della visione nel dettaglio. I bastoncelli, posti ai margini della fovea e nella restante parte della retina, rendono possibile la visione crepuscolare.
Tutte le patologie che colpiscono la macula, vengono indicate con il termine di “maculopatia” e rendono difficili anche le più semplici azioni quotidiane (leggere, scrivere…), visto che coinvolgono la visione centrale.
La definizione della malattia
La definizione di degenerazione maculare legata all’età viene utilizzata per indicare un insieme di alterazioni della macula che insorgono in individui di età superiore ai 50 anni.
Il normale invecchiamento della retina porta a cambiamenti a livello dei vari strati retinici: per fortuna, tali cambiamenti non includono necessariamente lo sviluppo della malattia.
Esistono due tipi di DMLE clinicamente rilevanti:
- Degenerazione maculare atrofica o non essudativa o secca: la morte delle cellule fotosensibili della retina causa una riduzione dell’acutezza visiva. Il sintomo più comune è una visione leggermente offuscata e distorta. La forma secca rappresenta l’80-90% dei casi della malattia, tende a svilupparsi lentamente e comporta complessivamente conseguenze meno gravi in termini di perdita della visione, ma può progredire nella forma neovascolare, più grave.
- Degenerazione maculare neovascolare o essudativa o umida: questa forma è la meno diffusa ma anche la più grave. Nuovi vasi sanguigni, che in condizioni normali non dovrebbero formarsi (CNV), crescono attraverso la macula a partire dalla coroide, lo strato più profondo, e arrivano a sollevare e rompere la retina danneggiando proprio la zona che raccoglie gli stimoli più importanti. L’insorgenza è rapida. La progressione è molto più veloce rispetto alla forma secca e la perdita della visione centrale più grave.
Fattori di rischio
Sebbene le cause non siano ancora pienamente conosciute, gli studiosi riconoscono che la combinazione di alcuni fattori espone maggiormente alla malattia.
Età
L’età è il principale fattore di rischio. Superati i 70 anni almeno una persona su quattro viene colpita dalla malattia. Circa il 40% di coloro che sono affetti da DMLE in un occhio entro 5 anni sviluppa la malattia anche nel secondo occhio.
Alimentazione
Un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di grassi protegge l’organismo con l’apporto di sostanze cosiddette antiossidanti (es. vitamina A, C ed E). Queste sono in grado di combattere la formazione dei radicali liberi responsabili dei processi di invecchiamento a carico dell’occhio e possono essere assunte dai soggetti “a rischio” anche attraverso specifici integratori dietetico vitaminici.
Luce Solare
Le cellule della macula sono molto sensibili alla luce solare. La prolungata esposizione al sole senza occhiali protettivi può portare, nel tempo, al loro deterioramento attraverso la produzione di radicali liberi.
Fumo e Alcool
Il fumo indebolisce la retina riducendo le naturali barriere difensive dell’occhio e determinando un suo precoce invecchiamento. Anche l’alcool può ridurre la quantità degli antiossidanti presenti nell’organismo.
Ereditarietà
Sebbene la Degenerazione Maculare non sia ereditaria, alcuni studi indicano che si può avere un rischio maggiore di sviluppare tale patologia se uno o più parenti prossimi ne soffrono.
Sesso e Razza
Una donna di oltre 75 anni ha il doppio di probabilità di sviluppare la Degenerazione Maculare rispetto a un uomo della stessa età. Nelle donne anche la menopausa può aumentare il rischio di sviluppare questa condizione, a causa dell’abbassamento dei livelli di estrogeni. Soggetti di razza bianca hanno una probabilità più alta di subire un danno alla vista a causa di questa patologia.
Cardiopatie
Soprattutto con l’aumento dell’età, è importante tenere sotto controllo possibili disturbi cardiovascolari (pressione alta, colesterolo, ecc.) potenzialmente in grado di alterare il flusso sanguigno o provocare un anomalo deposito di grassi all’interno dei delicatissimi tessuti retinici.
Consigli per la prevenzione
Non fumare. I fumatori infatti sviluppano la malattia 5-10 anni prima dei non fumatori ed hanno un rischio doppio di andare incontro alla forma neovascolare.
Evitare fin da giovani l’eccessiva esposizione alla luce e utilizzare occhiali da sole certificati per protezione dei raggi ultravioletti.
Seguire un’alimentazione sana e una dieta equilibrata povera di grassi e ricca di sostanze antiossidanti favorisce i normali processi biochimici delle cellule retiniche e può prevenire e rallentare lo svilupparsi della DMLE. Gli alimenti da preferirsi sono le verdure (specie di colore giallo/verde e a foglia larga come gli spinaci, i peperoni, gli asparagi, i pomodori); il latte, il pesce, la carne bianca, la frutta fresca (come kiwi, arance, mele, fragole, pesche, banane, uva). Una nota particolare la merita il vino rosso: studi scientifici ha dimostrato infatti che un uso moderato – 1 o 2 bicchieri al giorno – costituisce un fattore protettivo significativo.
Tenere sotto controllo la salute generale dell’apparato circolatorio: pressione arteriosa, glicemia, colesterolemia.
Soprattutto dopo i 40 anni sottoporsi periodicamente a visitespecialistiche di controllo.
Come si manifesta
I primi sintomi sono le metamorfopsie: deformazione delle immagini. Il paziente vede deformate o spezzate le righe dritte (scaffali di una libreria, infissi di una finestra, stipiti delle porte) poiché, come abbiamo detto, la retina è sollevata e deformata dai capillari anomali, come in un parco l’asfalto di un viale può essere sollevato e deformato dalle radici degli alberi che crescono vicino. In seguito compaiono scotomi centrali e diminuzione della vista. La parola scotoma deriva dal greco (skotos = buio, oscurità) ed indica la presenza di una macchia nel campo visivo.
In corrispondenza di tale macchia si può avere una riduzione della vista (scotoma relativo) o la cecità centrale completa (scotoma assoluto).
Autodiagnosi
La griglia di Amsler è un valido test di screening per la diagnosi precoce delle malattie retiniche. è un semplice test che si può eseguire comodamente anche a casa, periodicamente, per verificare l’eventuale presenza di metamorfopsie.
Istruzioni sull’utilizzo della griglia di Amsler:
- portare il foglio ad una distanza normale di lettura;
- mettere gli occhiali normalmente utilizzati per leggere;
- coprire con la mano l’occhio sinistro;
- mettere a fuoco sul punto centrale del reticolo;
- ripetere il controllo coprendo con la mano l’occhio destro.
Il test risulta normale se:
- Tutte le linee nella griglia appaiono dritte.
- Tutti i quadratini sono della stessa forma e dimensioni.
- La griglia non sembra distorta in alcun modo.
Consultate immediatamente il vostro oculista se notate uno dei sintomi seguenti:
- Una o più linee mancano.
- Le linee appaiono distorte o ondulate, oppure si muovono.
- Compare una macchia scura in una parte della griglia.
Come si diagnostica
La diagnosi di DMLE viene posta attraverso due momenti fondamentali: l’esame biomicroscopico del fundus oculi e lo studio strumentale per immagini della regione maculare.
Il primo, esamina la regione maculare a mezzo di lampada a fessura mediante l’interposizione di lenti diagnostiche ad elevato potere diottrico e permette di identificare le lesioni basilari della malattia.
Lo studio strumentale della regione maculare avviene sostanzialmente attraverso tre esami principali: la fluorangiografia retinica (FAG), l’angiografia con verde d’indocianina (ICGA), la tomografia ottica a luce coerente (OCT) e l’angiografia OCT.
Le prime due sono indagini angiografiche che sfruttano il principio della fluorescenza per rappresentare lo stato vascolare della retina e della corio-capillare grazie all’ausilio di coloranti che vengono iniettati in vena: la fluoresceina sodica nel primo caso per mettere in evidenzia i vasi della retina, l’indocianina verde nel secondo caso per analizzare i vasi più profondi della coroide.
In base al quadro fluorangiografico è possibile classificare la neovascolarizzazione coroideale in relazione alla sede (extrafoveale, iuxtafoveale e subfoveale) e al tipo (classica, occulta).
La tomografia ottica a luce coerente (OCT) è una tecnica di diagnostica per immagini non invasiva e non dolorosa che permette di ottenere immagini a sezione trasversale ad alta risoluzione delle strutture retiniche in pochi minuti. Nel tempo questo esame ha assunto sempre più importanza non solo nella diagnosi e nel controllo della degenerazione maculare senile, ma anche in caso di trattamento in corso.
L’angiografia OCT (angio-OCT) è una modernissima tecnica d’esame che permette di visualizzare i vasi della macula, senza bisogno di iniettare un colorante per via endovenosa, come invece avviene per la fluorangiografia e l’angiografia al verde di indocianina.
L’angio-OCT risulta molto utile per inidividuare le neovascolarizzazioni coroideali (CNV) che caratterizzano la degenerazione maculare senile essudativa.
Questi esami sono fondamentali per la diagnosi, la scelta del trattamento, la prognosi e per valutare l’evoluzione e l’eventuale necessità di ritrattamento.
Come si cura
La maculopatia senile, una volta insorta, non è eliminabile. Tuttavia il suo impatto sulla vista e sulla qualità vita dei pazienti può essere limitato.
Nonostante le esatte cause della degenerazione maculare legata all’età non siano ancora perfettamente chiarite, l‘assunzione di vitamine antiossidanti e zinco possono ridurne il rischio d’insorgenza.
Una visita e un colloquio con l’oculista possono aiutare a capire se si è a rischio di sviluppare questa malattia e se l’assunzione d’integratori dietetici sia indicata.
La degenerazione maculare senile secca avanzata, attualmente non è passibile di trattamento. In alcuni centri specialistici si adotta la “riabilitazione visiva” al fine di esercitare possibilità alternative di visione.
La degenerazione maculare senile umida, può essere trattata in casi selezionatissimi mediante terapia laser e terapia fotodinamica con verteporfina e nella maggior parte dei casi mediante terapia iniettiva intravitreale con farmaci anti-angiogenetici (anti VEGF).
Iniezioni Intravitreali
Rappresentano una forma terapeutica relativamente recente esistente da non più di 10 anni. Tali farmaci vengono definiti anti-VEGF perché bloccano il recettore della molecola presente sulla retina chiamata VEGF, responsabile della formazione dei vasi patologici da cui deriva la maculopatia umida.
Procedura
L’intervento, pur durando alcuni minuti, richiede grande precisione e deve essere eseguito in ambiente chirurgico sterile in sala operatoria. Preliminarmente il paziente viene sottoposto ad un’anestesia locale con gocce di collirio anestetico, successivamente si disinfettano la cute ed il sacco congiuntivale.
La procedura prevede l’iniezione del farmaco con un piccolo ago (grande quanto gli aghi che si possono utilizzare per l’iniezione di insulina sottocutanea) attraverso la sclera (parte bianca dell’occhio), all’interno del corpo vitreo, il gel che riempie la camera posteriore dell’occhio grazie al quale il principio attivo può diffondere e venire assorbito a livello retinico.